Il difensore da quando è al Parma ha saltato solamente due gare (per squalifica contro il Palermo e per un guaio muscolare contro il Foggia)
Se fosse un super eroe, Simone Iacoponi potrebbe tranquillamente impersonificare l’umano con i poteri da uomo roccia. La Cosa dei fantastici 4, tanto per intenderci. Un vestito buono per tutte le stagioni. Un po’ com’era l’uomo di pietra, Ben. Funzionale in ogni ruolo, attaccava, proteggeva i compagni.
E Iacoponi è un po’ così, rende ovunque. Da quest’anno segna pure (gol in Coppa Italia al Venezia, nel derby con il Bologna e contro il Lecce). Provate a chiedere a D’Aversa di privarsene: difficile se non impossibile. Anche quest’anno ha fatto 25 su 25, novanta minuti. Ha giocato sempre. Così come lo scorso anno, 38 su 38 (più quella di Coppa Italia, 39) al primo anno di Serie A: non male. E 40 su 42, nell’anno della Serie B, l’anticamera del paradiso calcistico raggiunto dal Pamra con Iacoponi che aveva solo assaggiato il massimo campionato con la maglia dell’Empoli. E in Lega Pro? 15 su 15 nella stagione regolamentare (arrivò a gennaio) più sei partite tra play off e finale, quella di Firenze con l’Alessandria. Giocata a sinistra. Di queste 126 partite, Iacoponi ne ha saltate solamente due (Palermo per squalifica e Foggia per un acciacco nell’anno della Serie B, stagione 2017/2018). Impressionante.
In questo periodo il Parma ha scoperto un condottiero: affidabile, che si batte per la maglia e l’onore, non depone mai l’arma: sia che giochi terzino (come ha cominciato quando ha vestito la maglia crociata), sia che giochi centrale, con Bruno Alves o con Gagliolo. Sia che giochi a sinistra (lo ha fatto con l’Alessandria ma non solo). Roba che gli ha consentito anche di indossare la fascia al braccio. Una storia da raccontare, da valorizzare e da ascoltare. Non ancora finita. C’è una salvezza da conquistare e un posto al sole da puntare. Quello nel cuore dei tifosi del Parma, già da tempo, ce l’ha. E non glielo leva nessuno.