Nonostante il parere di molti virologi e medici, il Cts non sembra volersi smuovere dall’originaria posizione che prevede due settimane di autoisolamento
Il nodo quarantena tiene in scacco la regolare conclusione del campionato di serie A. La Figc tornerà alla carica tra una decina di giorni ma, come scrive il Corriere dello Sport, al momento non c’è stata apertura alla riduzione della quarantena da parte del Cts che non sembra volersi smuovere dalla sua originaria posizione. Nessuna corsia preferenziale per il calcio che si deve adeguare alla normativa statale: in caso di nuova positività l’intero gruppo squadra dovrà osservare un periodo di due settimane di autoisolamento, senza contatti esterni.
RISCHIO STOP. Se a finire in quarantena fossero due formazioni il rischio di un definitivo stop diventerebbe sempre più concreto. Ecco perchè il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, rifacendosi sui pareri favorevoli di molti virologi e medici, sta spingendo per una quarantena “ammorbidita” o perlomeno dimezzata, in modo tale da attutire il colpo il più possibile. Nemmeno la flessione della curva dei contagi è destinata, nel breve periodo, ad affievolire le misure di prevenzione per i contatti stretti del positivo.
RICADUTA. Allentare le norme del protocollo stilato per il calcio, secondo i consulenti del ministero della Salute, può esporre a rischi di un contagio numericamente importante. E non basterebbero neppure, sui contatti più stretti, tre tamponi a distanza di 48 ore l’uno dall’altro perchè il tempo di incubazione può durare anche più di 7-8 giorni e una persona positiva dopo i tre test molecolari potrebbe infettare sia i compagni che gli avversari. Il destino del campionato resta sempre appeso a un filo sottilissimo.