La Gazzetta dello Sport studia i possibili scenari in caso di mancata ripartenza del campionato con ripercussioni su diritti tv e stipendi
C’è una data di fine stagione, il 2 agosto, ma manca un inizio. Potrebbe essere il 13-14 giugno, con un po’ di ottimismo si potrebbe anticipare a mercoledì 10 o al primo weekend del mese, ovvero il 6 e il 7. Calendario compresso al massimo ma tra le tante incognite che obbligano la serie A a studiare un piano B. La soluzione di play-off e play-out rischia di tornare d’attualità ma, in caso di impossibilità a tornare in campo, bisogna pensare ad altre ipotesi.
NIENTE TITOLO. Due gli scenari illustrati da La Gazzetta dello Sport: in entrambi i casi non è prevista l’assegnazione dello scudetto mentre resta la variabile sul numero delle retrocessioni. O due oppure zero con conseguente serie A a 22 squadre (ma ciò significa farne salire al massimo due dalla B annullando i play-off). Scontato che si guarderà la classifica attuale per decidere chi mandare in Europa, anche se bisognerà risolvere il criterio di giudizio sull’ultima qualificata tra Milan e Verona.
DIRITTI TV E STIPENDI. I club sono contrari a concedere sconti alle tv, che invece premono sul rispetto degli accordi in termini di partite effettivamente “offerte”al pubblico (si rischia un taglio complessivo da 440 milioni). E senza incassi sarebbe quasi impossibile pagare i giocatori: i club sono al lavoro per accordarsi con i tesserati, ma in caso di mancata ripresa il taglio ai loro stipendi sarebbe sostanzioso.
