L’allenatore del Parma spiega come ha vissuto le due settimane di isolamento. “Ho imparato a cucinare l’agnello al forno con le patate..”
L’allenatore del Parma, Roberto D’Aversa, svela a La Gazzetta dello Sport come ha trascorso le due settimane di isolamento volontario suggerito dalla società. “Ero a Parma da solo, mia moglie e i miei figli erano già a Pescara. Diciamo che mi sono arrangiato e ho scoperto quanto è duro fare andare avanti una casa. Ho fatto le pulizie e la lavatrice. Ma per farla partire ho dovuto chiamare mia moglie. Sempre, grazie alle videochiamate con lei, ho imparato a cucinare l’agnello al forno con le patate. Non sapevo pelare le patate, questo periodo mi ha ha fatto scoprire le piccole cose“.
IL KO CON LA SPAL. “Preferirei dimenticare, ma non per la sconfitta. Il sistema calcio, del quale faccio parte, in quell’occasione non ha dato una dimostrazione di compattezza e organizzazione. Prima si gioca, poi si ritarda, poi si ritarda ancora, telefonate negli spogliatoi..Vabbè, lasciamo stare: in questo momento non è il caso di fare polemiche. Capitolo chiuso, qui si deve pensare alla ripartenza”.
LA RIPARTENZA. “Ci si deve sedere attorno a un tavolo, parlo dei massimi dirigenti italiani, europei e mondiali, e in fretta si deve scegliere la strategia. Mi auguro che lo Stato dia una mano, se è possibile, a tutto il sistema calcio”.
SALUTE. “Ora non riesco a pensare al calcio perchè nel frattempo in molti stanno morendo per il virus. Qui si sta azzerando una generazione, quella degli anziani, dei nonni che con la loro esperienza ci hanno insegnato a vivere. Non possiamo permetterci una simile tragedia. Ora mi interessa soltanto la salute. Dei miei cari, delle persone che conosco, degli altri. Un nostro giocatore, Alberto Grassi, ha perso il nonno. Il segno del dolore resterà a lungo, bisognerà imparare a conviverci”.
TAGLI STIPENDI. “Penso si debba cercare un compromesso tra tutti. Io penso che già adesso c’è gente che ha difficoltà a fare la spesa: ognuno deve giocare il proprio ruolo“.
ALLENAMENTI. “Zero allenamenti. L’unico movimento, e non è stato poco, è stato quello per pulire in casa. Ho cercato di tenere in forma il cervello che ora conta più delle gambe e delle braccia“.