Alberto Cei spiega a La Gazzetta dello Sport cosa cambierà nella testa dei giocatori il fatto di giocare a porte chiuse. “Bisogna adattarsi”
Lo psicologo dello sport, Alberto Cei, ha parlato a La Gazzetta dello Sport cercando di spiegare cosa potrebbe cambiare tra i giocatori durante le partite a porte chiuse. “Sparisce completamente il rumore, mutano le condizioni, il rituale si modifica: entro e non sento più l’urlo della folla. Il rischio è che nella testa del calciatore si attivi in automatico la modalità allenamento“.
LEADER. “In una situazione come le porte chiuse, devono venire fuori i leader, i capitani, i giocatori di riferimento: saranno loro ad accorgersi di un calo di concentrazione di qualche compagno“.
AUTONOMO. “Penso che in campo si capirà chi è calciatore “autonomo”, chi ha un carattere tale da non farsi mai condizionare dal contesto. Ecco, per uno così giocare Juve–Inter a porte chiuse non sarà un problema“.