L’attaccante del Parma, che non sta attraversando un gran momento di forma, aveva 39 di febbre ma ha voluto esserci risultando decisivo
Nemmeno la febbre ha fermato Roberto Inglese. L’attaccante del Parma, che non sta certo attraversando un gran momento di forma, non era al meglio ma ha chiesto di sedersi ugualmente in panchina pronto a entrare in caso di necessità. E come nelle migliori favole è stato proprio lui a realizzare a due minuti dalla fine il gol del 3-2 al Torino, il primo al Tardini dopo oltre otto mesi (ultima volta la doppietta alla Spal dello scorso 27 gennaio), che vale la seconda vittoria di fila.
FEBBRE. L’esclusione dall’undici iniziale non è stata, dunque, dettata da una semplice scelta tecnica e lo ha ribadito anche D’Aversa in conferenza stampa. “Inglese fuori? Roberto aveva 39.3 di febbre e ha chiesto di venire comunque in panchina. Gli episodi poi ci hanno permesso di farlo entrare ed è stato decisivo”.
CUORE. Una scelta che la dice lunga sull’attaccamento alla maglia di Bobby, che aveva voglia di riscattare il rigore fallito col Sassuolo e sdebitarsi nei confronti del pubblico dopo gli applausi d’affetto e incoraggiamento al momento dell’uscita dal campo. In fondo i tifosi a Parma hanno sempre apprezzato chi, al di là delle reti e degli assist, ci mette il cuore, l’impegno e la determinazione a lottare su ogni pallone. Inglese non si è mai risparmiato, ha saputo incassare allo stesso modo elogi e critiche sapendo che prima o poi sarebbe arrivato il suo momento.