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Manfredini: “La mia passione per il Parma”

Il presidente del Centro di Coordinamento si confessa alla Gazzetta di Parma ripercorrendo i suoi cinquant’anni di tifo crociato

Festa a sorpresa nei giorni scorsi all’Arci Toscanini per il presidente del Centro di Coordinamento, Angelo Manfredini, da cinquant’anni al fianco del Parma. “Mi hanno regalato una serata bellissima -confessa in una lunga intervista rilasciata alla Gazzetta di Parmami sono ritrovato decine di amici, tra cui l’ad del Parma, Luca Carra, a farmi festa. Ne trarrò ancora più forza per far meglio in futuro“.

GLI INIZI.Stagione 1968-69, avevo 14 anni e di quella formazione ricordo pochi nomi: il portiere Uccelli, i difensori Polli e Grulla. Venivo allo stadio in bicicletta e non sempre riuscivo a trovare il biglietto. Così come tanti altri ragazzi anch’io spesso ho scavalcato “la mura” dal giardino di una casa dietro la Nord. Quell’anno feci anche la mia prima trasferta a San Secondo con il mosquito“.

COORDINAMENTO.Entrai nel 1985 quando l’allora presidente Mario Venturi mi invogliò invitandomi a fondare un Parma Club nel bar che frequentavo, il Farnese. All’inaugurazione nell’agosto ’85 vennero Sacchi, Ernesto Ceresini, Carmignani, Marco Rossi e Zannoni. Poi diventai presidente del Coordinamento dal 2009: ora siamo i 4500 divisi in 46-47 club“.

LEGAMI. “Gian Pietro Vitali aveva sempre un occhio di riguardo per noi tifosi ma anche Carlo Ancelotti ci conosceva avendo giocato a Parma e con lui c’era feeling. A differenza di Malesani il quale aveva messo subito in chiaro che non avrebbe mai legato con nessuna tifoseria perchè per lui i tifosi nel calcio erano un fattore superficiale: “Non mi chiamare mai alle feste che non verrò”. Quanto ai dirigenti dico ovviamente Ernesto Ceresini: facevamo squadra ai suoi tempi cercando di aiutarlo nella gestione del club. Poi non dimentico Giorgio Pedraneschi, altro grande uomo“.

LE VITTORIE PIU’ BELLE. Per importanza e senso di trionfo, scelgo ParmaReggiana del ’90 quando conquistammo la promozione in serie A. Eppure quella che ancora mi dà la pelle d’oca a ricordarla è lo spareggio salvezza di Bologna nel 2005. Nonostante la sconfitta dell’andata in casa c’era in tutti la voglia e la speranza di ribaltare quel risultato e credo che la tifoseria abbia dato una bella mano alla squadra. Poi Wembley, la Coppa Uefa vinta a Milano con la Juve e la notte di La Spezia che a ripensarci mi vengono gli occhi umidi“.

IL PRESENTE.Devo ammettere che si sta un po’ perdendo quel grande spirito che si respirava l’anno della D. La reazione al crac fece unire tutte le forze e la stagione fu splendida. Man mano che si è saliti di categoria l’intensità della passione in qualcuno è un po’ scemata e per questo presto incontreremo i Boys: con loro siamo in ottimi rapporti e spero che potremo organizzare qualcosa che riaccenda in tutti il fuoco sacro“.

 

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