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L’ivoriano è il simbolo di una stagione fallimentare

Che succede a Gervinho? La partita di Benevento è la fotografia della sua stagione, una delle peggiori da quando è in Italia, sicuramente la più sottotono con la maglia del Parma.  Deludente, l’ivoriano sarebbe dovuto essere la freccia per trafiggere lo scudo di Inzaghi, ma niente: ha passato i suoi 78’ a trovare la posizione, ingabbiato dalla sua mancata voglia di sacrificarsi più che dagli avversari, che non hanno dovuto faticare più di tanto per limitarlo. Zero guizzi, zero tiri in porta, uno fuori, zero assist, un passaggio chiave, due dribbling su tre riusciti, sei possessi persi e un fallo subito. Nessun sostegno ai compagni. Anzi: il tocco leggero su Monitpo’ ha macchiato la gara, facendo notare la sua presenza in campo. Eppure D’Aversa in settimana aveva fatto la ‘corsa’ sul suo cavallo di razza, visti i lunghi viaggi di Man e Mihaila con la Romania nel tour delle nazionali, e i problemi fisici di Yann Karamoh che si era allenato con la squadra solamente un paio di volte. L’infortunio lo ha costretto a non partire per Benevento, dando spazio alla rincorsa di Gervinho, che da quando è tornato in Italia sta trovando parecchie difficoltà. Le critiche social non lo smuovono, l’ivoriano – fermo a quattro gol in campionato – è diventato il bersaglio preferito dai tifosi, che non gli hanno perdonato l’indolenza mostrata in campo in questa stagione piena di difficoltà. Che lo ha visto sempre con la valigia in mano, senza tra l’altro partire mai. Messo sul mercato, per ringiovanire la rosa e abbassare il monte ingaggi, doveva essere il simbolo della restaurazione, ma è diventato quello del fallimento fino a qui.

D’Aversa lo ha anche ‘detronizzato’, sfilandogli la fascia di capitano dal braccio, dopo una serie di comportamenti inaccettabili per il gruppo. A causa dei quali è finito anche in tribuna nella gara con l’Udinese, una punizione che ha ridimensionato la sua leadership. A oggi, dopo venti presenze con la maglia del Parma, ha segnato solamente quattro gol. Due doppiette, una valsa tre punti nella seconda delle sole tre vittorie dei crociati, contro il Genoa. Peggio, nel corso della sua carriera, aveva fatto solamente nel primo anno a Le Mans (2007-2008) con 26 presenze e 2 gol, al primo anno di Arsenal (28 presenze e 4 gol nel 2011-2012) e alla seconda stagione alla Roma (24 presenze 2 gol nel 2014-15) prima di andare in Cina, dove in 29 partite dal 2016 al 2018 è stato capace di esultare solo 4 volte. Insomma, il ridimensionamento di Gervinho, uomo di punta del Parma di D’Aversa, è stato drastico, tanto che nel corso dell’annata maledetta che ha portato al cambio di panchina ha perso il suo valore. Dalle difficoltà di adattarsi al gioco di Liverani, in un tridente mai pungente, all’impossibilità di tradurre sul campo il pensiero verticale di D’Aversa. Il suo mercato è tornato a infiammare gli animi dei paesi arabi: dai 10 milioni di valutazione fissati dal Parma, è arrivato a costare appena più di due milioni il suo cartellino (2,5 milioni: valutazione Transfertmarkt). Con il contratto in scadenza nel 2022, a fine stagione saluterà anzitempo il Parma, a meno che nelle ultime nove partite con le sue proverbiali accelerazioni, non porti verso il traguardo la squadra di D’Aversa, l’allenatore che più ha creduto in lui, e che più di tutti da lui è stato ‘tradito’.

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