La Gazzetta di Parma suggerisce al ct Mancini la convocazione in azzurro dell’attaccante del Parma ormai nel pieno della maturità
NO GOL NO PARTY. Belotti, Balotelli, Cutrone, Pavoletti: tanti i nomi accostati nelle scorse ore all’Italia sempre alla ricerca del suo centravanti ideale. Il canovaccio è stato lo stesso anche nell’ultima partita di Nations League contro il Portogallo tra buona qualità del gioco, personalità in fase di possesso ma grosse lacune in termini di finalizzazione dove Immobile, solitamente implacabile nella Lazio, non ha lasciato il segno.
SOLUZIONE INGLESE. Due infortuni differenti, fortunatamente già alle spalle, gli hanno consentito di scendere in campo solo nove volte, otto da titolare e una da subentrante col Frosinone, per un totale di 615′ corredati da tre gol e un assist. Un bottino non stratosferico che però da solo non basta a spiegare il peso specifico di Roberto Inglese nel gioco di squadra e nella qualità che assicura in entrambe le fasi.
LE CARATTERISTICHE. Il prototipo di centravanti moderno, fondamentale anche quando non segna, che sa venire incontro e attaccare gli spazi in profondità. Sui rilanci lunghi non perde un contrasto, pur dovendo fronteggiare difensori alti e specialisti nel gioco aereo, in cui lui riesce a farsi valere sui calci piazzati sia in avanti che in difesa.
PROSPETTIVE. A 27 anni ha raggiunto il pieno della maturità, possiede l’esperienza e la fame che servono a sfondare a certi livelli. Dopo la duplice convocazione sotto la gestione Ventura, che non lo fece esordire, ora i tempi sembrerebbero maturi per rientrare in pianta fissa nel giro della Nazionale. Gli esterni Bernardeschi, Chiesa, Insigne potrebbero trarre benefici dai suoi movimenti e dalle sue sponde ma il destino azzurro di Inglese dipende dal ct Roberto Mancini.