L’ex allenatore (e presidente dal 2015 al 2016): “La Coppa Uefa una specie di riscatto per aver perso, durante quella stagione, tutti i confronti diretti con la Juventus”
“Furono sette anni bellissimi, in cui abbiamo trasformato tantissimi sogni in realtà”. Intervistato da La Nuova Venezia, l’ex allenatore del Parma Nevio Scala (che fu presidente dal 2015 al novembre del 2016, dopo il fallimento del Parma di Ghirardi) racconta qualche aneddoto relativo alle vittorie che hanno portato i crociati sul tetto d’Europa. “La promozione in Serie A, conquistata al primo colpo, ci permise di compiere il primo vero passo di quella che possiamo benissimo definire una vera e propria favola. La Uefa? Fu un risultato che maturò grazie a una programmazione mirata. Staff, calciatori e società si divisero i meriti per aver centrato un traguardo che a inizio stagione rappresentava una vera e propria utopia. Per una piccola piazza, come quella di Parma, rappresentò un vero e proprio appuntamento con la storia. La vittoria della Coppa Italia fu il primo trofeo della società. La conquista della Coppa Uefa rappresentò una specie di riscatto per aver perso, durante quella stagione, tutti i confronti diretti con i bianconeri”.
La Coppa delle Coppe: “Ricordo che non fu assolutamente semplice, perché dovetti fronteggiare delle situazioni extra durante la preparazione di quella partita. La coppa alzata da Minotti a Wembley rappresentò l’immagine simbolo di quella serata”.
La Supercoppa: “Preparai quella doppia finale infondendo la giusta fiducia alla squadra. La voglia di crederci e di non mollare mai ci permise di mettere in bacheca un altro trofeo europeo importante. Per me fu sicuramente un momento importante della mia carriera d’allenatore, tanto da ricevere anche l’interessamento del Real Madrid. Per il legame che si era creato con i miei ragazzi e la città di Parma, decisi di rifiutare. Potevo probabilmente vincere di più, è vero, però rimango comunque soddisfatto di quel che ho ottenuto”.