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I consigli a Vazquez e il gioco d’attacco: il Parma di Pecchia

Intanto i tifosi a caccia del Mudo per una foto: “Franco, non andare al Palermo”

Intorno al campo principale, quello dove il Parma ha lavorato per quasi tutta la mattina, c’erano circa un centinaio di tifosi. All’ombra degli aceri che circondano l’erba pettinata e tirata a lucido, appassionati, famiglie e ragazzi dell’Academy crociata cercavano un po’ di riparo dal caldo. Ma di certo l’afa della Pianura Padana non ha appassito il desiderio della gente di tuffarsi nel nuovo mondo del Parma.

Un mondo più a misura d’uomo, dove a fine allenamento è stato anche possibile salutare da vicino i ragazzi di mister Pecchia e approfittare del momento di ristoro per uno scatto o una firma su un foglio e una maglietta. Irene, una bambina di dieci anni, era la più felice della truppa: appostata davanti al cancello del centro sportivo di Collecchio, non vedeva l’ora di entrare. C’era sua madre ad accompagnarla. Stringeva nei pugni un pennarello, addosso aveva la maglia di Gigi Buffon (assente come Mihaila: raggiungerà la squadra nel ritiro di Pejo ndc), l’ha stesa per bene di modo che Franco Vazquez potesse autografargliela. E’ stata anche la giornata del Mudo osannato dai tifosi, prodighi di consigli del tipo: “Non andare a Palermo, Franco“. Disponibile, aveva sorrisi per tutti. In campo, pronti via, è apparso centrale nel gioco di Pecchia.

La sua ultima stagione è stata la migliore in carriera dal punto di vista realizzativo, 14 gol e diversi assist hanno impedito al Parma di cadere rovinosamente nel girone di ritorno. Pecchia con Franco ha già parlato: gli ha spiegato cosa vorrebbe da lui, come intende valorizzare la sua figura da trequartista, dove dovrebbe agire e cosa dovrebbe fare. E gliel’ha ricordato anche in uno scampolo di allenamento: “Franco, la palla va pressata”. Perché per Pecchia la fase di riconquista è fondamentale. Mentre provava a distruggere la costruzione dal basso della sua difesa a quattro, Vazquez si alzava in pressione sul portatore accompagnato da Benedyczak, che il numero 10 ha mandato in gol con un tocco geniale, da Sits e Tutino.

L’ex Napoli a Collecchio, nella primissima uscita davanti ai tifosi, ha giocato da esterno sinistro nel tridente dietro a Benedyczak. Dall’altro lato Inglese (grande gol, una stoccata potente di destro da fuori area) è sembrato stare meglio rispetto alle ultime uscite, ma bisogna dirlo a bassa voce. Di certo, trarre indicazioni dalla prima sgambata – interrotta da un lavoro fisico di ripetute agli ordini del professor Ferrone – è sempre complicato. Ma oltre a un’aria nuova, si vede anche la voglia di riscatto di chi l’anno scorso a Parma c’era e ha deluso (vedi Juric, autore di un gol nella partitella finita 2-2). Da domani tutti in altura, in val di Pejo a ritmo di sedute doppie. Aspettando Buffon, Mihaila e qualche acquisto per consegnare a Pecchia una squadra pronta per la battaglia.

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