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Parma in B due anni consecutivi? Bisogna tornare al 1989…

Nella storia recente, a una retrocessione era sempre seguita una promozione

La sconfitta contro l’Ascoli ha detto che il Parma rimarrà un altro anno in Serie B. E’ a suo modo un record: due anni consecutivi in Cadetteria non si vedevano da fine anni ottanta. Erano gli anni di Zdenek Zeman: il boemo, agli albori della sua carriera, di lì a poco sarebbe diventato un guru del calcio offensivo, quello che ancora oggi viene esaltato dai giochisti estremisti, innamorati follemente della fase offensiva. La sua avventura cominciò con una grandissima prestazione, seppure in amichevole, contro il Real Madrid prima di naufragare dopo sette giornate. Quattro sconfitte nelle prime sette partite furono troppe anche per un presidente paziente come Ernesto Ceresini che chiamò in panchina Giampiero Vitali. Stagione ’87-’88, il Parma di Apolloni, Minotti, Osio e Melli cominciò a prendere piede partita dopo partita.

Ma non riuscì ancora ad agguantare la massima Serie. In A, i crociati ci arrivarono dopo un altro anno di ‘purgatorio’. Nel ’89-’90, guidati da Nevio Scala, coronarono il sogno. La prima storica promozione in Serie A del Parma firmata da gente che rimarrà per sempre nel cuore dei tifosi: Fausto Pizzi e Sandro Melli, dodici gol il primo e undici il secondo, furono i beniamini indiscussi di un gruppo senza leader, ma con gente capace di mettere al primo posto il collettivo a discapito della singolare gloria. Purtroppo il presidente Ernesto Ceresini, in precarie condizioni di salute, venne affiancato dal figlio Fulvio e morirà a gennaio, non potendo assistere alla conclusione del campionato. Una beffa. Fu comunque una pagina di storia importante, lunga diciotto anni nella massima serie. La retrocessione dell’era Ghirardi, quella del 2008, venne cancellata dal secondo posto centrato l’anno dopo con Guidolin in panchina. Prima del mastodontico fallimento, quello del 2015 che cancellò il Parma Fc sotto una montagna di 218 milioni di debiti, il Parma giocò 7 stagioni in Serie A.

La ripartenza dai Dilettanti fino alla massima serie, fece dei crociati la prima squadra in Italia a centrare il triplo salto in così poco tempo. Trainati dai sette soci, da Gigi Apolloni che tornò in veste di allenatore (mai sconfitto e con 94 punti: record) e da Roberto D’Aversa, con alla direzione sportiva Daniele Faggiano e al vertice della società industriali come Barilla, Pizzarotti, Malmesi, Ferrari, Delrio, Gandolfi e Dallara, quel Parma scrisse la storia, entrando nel calcio che conta dalla porta principale. Il covid impose dei tagli, la gestione e la vendita successiva della società fece il resto. Krause, magnate americano con un portafogli da 3,5 miliardi di euro, rappresenta un porto sicuro, ma le scelte felici per ora abitano altrove.

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