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Il progetto tecnico rischia di essere già messo in discussione

La sconfitta con il Crotone ha soffiato sul fuoco del malcontento. Intorno al Parma c’è un’aria di incompiutezza intrisa di impotenza, che sbatte contro il muro di carta velina tirato su da Marcello Carli. Il direttore dopo la sconfitta in Calabria ha annunciato il ritiro. Propedeutico – di solito – a cambiamenti drastici, qualora la situazione dovesse rimanere quella attuale. A proposito di Carli, il direttore sportivo del Parma alla fine della partita si è preso le sue responsabilità davanti ai microfoni, mettendo i giocatori di fronte alle loro. L’imposizione del ritiro, effettivamente, può essere letta in questo modo. Quando si solcano i mari tempestosi, il capitano della nave ha bisogno dell’aiuto di tutti, mozzi compresi. E l’annuncio del ritiro è parso un po’ come un grido di aiuto, una sorta di ultima spiaggia per permettere alla ciurma di ritrovarsi. Certo, in questo periodo delicato con il contesto del lockdown prossimo a cancellare anche il Natale (inteso come aggregazione, condivisione, collettività, famiglia), anche la soluzione del ritiro può sembrare forzata ed essere rigettata dai calciatori, chiamati in ogni caso a guardarsi dentro per dare e darsi risposte.

Messa con le spalle al muro e di fronte alle proprie azioni, la squadra deve reagire, aiutando l’allenatore a sterzare. Perché l’allenatore sarà ancora Fabio Liverani. Il campo è stato sgombrato direttamente da Carli, dopo un confronto con il presidente americano. L’eco profonda del tonfo dello Scida è arrivata sin nell’Iowa, spinta dal vento dei social che hanno portato qualche tifoso a rivolgersi direttamente a Kyle Krause, che per la verità su Twitter questa volta non è comparso. Lui che di solito non lesina cinguettii, questa volta se n’è stato zitto nel suo nido, salvo spuntare per il consueto punto della situazione a fine partita. La delega per la parte sportiva è nelle mani di Marcello Carli, anche se l’ultima parola spetta a KK, confortato dal direttore sportivo sull’operato di Liverani e sulle scelte da fare riguardo a quello che sarà il futuro dell’ex tecnico del Lecce In un senso o nell’altro.

Krause avrebbe incassato rassicurazioni da parte del direttore sportivo, che difende la sua scelta (Fabio Liverani, appunto) sottolineando che nelle sue intenzioni è ancora il tecnico adatto per far crescere il progetto Parma. Che per ora non ha visto quasi nessun progresso. Il tentativo nobile e coraggioso di lanciare dei giovani, facendo del club una potenziale fucina di talenti, non paga. Anche perché i giovani visti all’opera non sono parsi all’altezza. Per lo meno hanno bisogno di tempo, ma il Parma di tempo non ne ha tantissimo per permettersi un’attesa rischiosa. E questo paradosso sta finendo per rivolgersi contro il cammino del Parma stesso, rappresentando un ostacolo – al netto degli alibi -. Al termine del confronto tra Italia e Stati Uniti, sarebbe prevalsa la volontà di andare avanti con Liverani, almeno fino al giro di boa, calendario permettendo. Nelle prossime cinque uscite, il Parma avrà di fronte Torino, Lazio e Samp al Tardini, Atalanta e Sassuolo fuori casa (tralasciando l’impegno di Coppa Italia sempre con i biancocelesti). Tappe per provare a sterzare definitivamente, calcolando che il burrone dista solo tre lunghezze. Il presente – per ora – dice Liverani, il futuro rimane incerto, appeso al calendario.

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