La sfortuna si accanisce ancora una volta sul centrocampista del Parma che seguirà un programma riabilitativo nelle prossime tre settimane
Il 22 dicembre del 2019 l’ultima immagine dell’anno in casa crociata fu il colpo di testa di Grassi che fissò il risultato sull’1-1 proprio contro il Brescia, la squadra della sua città. Una liberazione per il centrocampista di Lumezzane che, però, nemmeno 365 giorni dopo è costretto a chiudere il 2020 in anticipo per la lussazione gleno-omerale sinistra riportata nei minuti finali della sfida di Genova. L’unica buona notizia è che non dovrà ricorrere all’intervento chirurgico ma sottoporsi ad un programma riabilitativo di tre settimane, al termine delle quali è previsto un nuovo controllo.
SFORTUNA. L’ennesimo stop di una carriera promettente, frenata da innumerevoli infortuni: come ricorda la Gazzetta di Parma, la rottura del menisco mediale nel primo allenamento tra le fila del Napoli aprì la sfortunata carrellata di guai fisici che hanno toccato il loro culmine negli ultimi due anni e mezzo a Parma. Nell’ordine un problema al polpaccio che lo costringe a saltare ben otto gare, poi il 5 dicembre 2018 la rottura del crociato anteriore del ginocchio sinistro e la nuova operazione di pulizia articolare all’inizio della stagione successiva.
RISCATTO. Lombalgia e stiramento alla coscia nel post lockdown sembravano gli ultimi capitoli prima del riscatto nelle recenti uscite con mister Liverani che nello sperimentale 3-5-2 lo posiziona in un inedito ruolo di esterno destro a tutta fascia. Non è la sua collocazione ma Grassi si mette in mostra per abnegazione, spirito di sacrificio e dedizione alla causa. Le stesse qualità che si sono intravviste nello spezzone del Ferraris, quando nel tentativo di contrastare Parigini è caduto malamente a terra in lacrime con la spalla sinistra lussata. Fa male rivedere quelle immagini ma, come già accaduto in passato, l’invito che possiamo fare al ragazzo è quello di non mollare.