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Cerri e quell’amaro ritorno a casa

L’attaccante della Spal, fermo da un mese a causa di un problema alla coscia, non sarà a disposizione da avversario in un Tardini deserto

Triste y solitario. Il ritorno di Alberto Cerri al Tardini sarà più amaro di quelli precedenti. Innanzitutto, perchè una distrazione tra primo e secondo grado ai flessori della coscia sinistra lo tiene fermo ai box ormai da oltre un mese (non gioca dai due minuti finali di BresciaCagliari dello scorso 19 gennaio) e, probabilmente, gli impedirà di esser a disposizione per la trasferta più sentita di Parma. Il recupero procede bene, senza particolari intoppi, ma le sei settimane di stop lo porteranno a rinviare il suo secondo debutto tra le fila della Spal nella successiva sfida casalinga da ex col Cagliari.

STADIO VUOTO. E poi c’è quel particolare dello stadio a porte chiuse a causa dell’allarme coronavirus. Niente tifosi sugli spalti, nemmeno in Curva Nord a cui Cerri si rivolse a mani giunte chiedendo scusa dopo aver segnato il gol del provvisorio vantaggio del Perugia (1-1 il risultato) l’11 febbraio 2018 in serie B. Poi un’altra apparizione da titolare un po’ a sorpresa (Pavoletti si infortunò alla vigilia) il 22 settembre dello stesso anno stavolta nel massimo campionato nella partita tra Parma e Cagliari vinta 2-0 dai padroni di casa e contraddistinta dalla straordinaria prodezza “coast to coast” di Gervinho.

SGUNDEN. In attesa di capire se, non rientrando tra i convocati, otterrà il permesso di accedere al Tardini si potrà consolare nell’abbraccio dei suoi cari e degli amici più stretti. A San Secondo, paese della Bassa Parmense in cui da vero “sgunden” è nato, cresciuto e vive tuttora la famiglia: il papà Davide, anche lui ex calciatore e ora allenatore a livello dilettantistico, la mamma Samuela e la sorella Giorgia. Qualche briscola in cinque tra le mura domestiche, dove però il nonno Ercole Gualazzini, ex ciclista professionista, fa spesso valere la sua maggior esperienza nei confronti del nipote. Poi due chiacchiere al bar La Fata e La Strega, un salto al Sant’Angelo e la colazione del lunedì mattina alla pasticceria Nuova Lady prima di ripartire alla volta di Ferrara.

FEELING. Qui lo aspetta a braccia aperte il neoallenatore Di Biagio, che lo lanciò ai tempi dell’Under 21 all’età di 19 anni, tre mesi e 27 giorni e lo impiegò venti volte con due gol all’attivo. Di sicuro più delle undici presenze finora accumulate in campionato, tutte al Cagliari, condite dalla rete decisiva allo scadere nell’ultimo successo dei sardi datato 2 dicembre (4-3 alla Samp). Un magro bottino da incrementare negli ultimi mesi per continuare a sperare nel miracolo salvezza. Non al Tardini, però, che lo riaccoglierà deserto in mezzo al silenzio generale. Forse, se le limitazioni non saranno così severe, nelle vesti di semplice spettatore.

 

 

 

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