Antonio Conte è il punto di riferimento del tecnico crociato che sta ottenendo risultati sorprendenti al suo esordio in serie A
La prima parola guida di Roberto D’Aversa è “lavoro”, seguita a ruota da “sacrificio”. Al suo debutto in serie A, come giustamente rimarca la Gazzetta dello Sport, si sta comportando benissimo: il Parma non ha elevatissime qualità tecniche, eccetto Inglese e Gervinho, ma è riuscito a sopperire al deficit attraverso l’aspetto morale, la forza del gruppo e alcuni accorgimenti tattici che mandano in tilt l’avversario di turno. Pochi fronzoli, tanta concretezza e spirito d’abnegazione da parte di tutti, compresi gli attaccanti sempre disponibili a rientrare e dare una mano al compagno in difficoltà.
Una cura maniacale dei particolari che porta il tecnico dei ducali a studiare per ore e ore le squadre davanti al video per capire dove poterle colpire. A testimonianza di un’enorme dedizione al lavoro, figlia degli insegnamenti dei genitori e di quelli ricevuti a Milanello nel settore giovanile del Milan. A tratti ricorda gli allenatori degli anni Cinquanta e Sessanta come il Paròn Rocco e Gipo Viani ma D’Aversa si ispira più semplicemente al caro amico Antonio Conte. Il punto di riferimento dal quale ha appreso la tenacia, la voglia di non mollare mai e un’attenzione smisurata ai minimi dettagli.