Nel Parma sconfitto a San Siro resta ancora viva la sensazione di aver sciupato un’opportunità per affermarsi definitivamente come squadra sorpresa del campionato
SENSAZIONE DOPPIA – A ventiquattro ore dalla sconfitta contro il Milan, in casa Parma resta viva una sensazione che con il passare del tempo ha il sapore amaro della beffa. Una sensazione che si fa doppia. Se da una parte rimane la consapevolezza di aver concesso poco o nulla ai rossoneri, respingendo gli attacchi della squadra di Gattuso e costruendo le più nitide palle gol del match quando lo stesso era ancora sullo 0-0, da un’altra è nitido il sospetto di aver sciupato forse la più grande occasione per affermarsi e consacrarsi come squadra sorpresa del campionato.
ERRORI – E pazienza se Roberto D’Aversa ha deciso di uscirsene in smoking da San Siro, con la faccia pulita di chi porge l’altra guancia e sorvola sulle polemiche degli episodi che hanno fatto pendere la bilancia dalla parte di un Milan veramente poca cosa, al netto degli infortunati. Perché la sua espressione era sì serafica, ma piena di rabbia, non tanto per le interpretazioni dubbie, quanto per gli errori che i suoi hanno commesso sia sotto porta (Barillà e Grassi su tutti ndc) sia nella gestione di certe situazioni.
INCAPACITA’ – Situazioni che poi hanno determinato il verificarsi di episodi capaci di affermare un’altra cosa: in venti minuti – tanti ne sono passati dal vantaggio del Milan su rigore – il Parma ha portato solamente una volta i suoi giocatori verso Donnarumma. E’ stato Grassi a spaventare il portiere rossonero con un inserimento che poteva essere sfruttato meglio. Situazione quasi isolata che però ha chiarito le intenzioni di un Parma che ha cercato di rimanere nella partita per tutta la sua durata. Seppur incerottato, era pur sempre il Milan… . Dalla quale però è venuta fuori un’altra considerazione. Più che considerazione è un dato di fatto, un problema – se volete – che il Parma si porta dietro dall’anno scorso. Squadra brava a gestire il vantaggio, ma incapace a rimontare: è successo in questo campionato solo una volta, contro il Genoa, per il resto (Spal, Juventus, Napoli, Lazio, Atalanta e Milan) una volta subito il gol, il Parma è crollato dimostrandosi incapace di riprendere la partita.
COLPE – Chiaramente sono sconfitte diverse tra di loro, ma tutte chiariscono un concetto: la squadra sa gestire il vantaggio (a parte ieri e con l’Udinese al debutto) senza saper ribaltare lo svantaggio. D’Aversa qui ha delle responsabilità? Sicuramente qualcuna. Poco propenso a sbilanciarsi e a tentare il tutto per tutto, fatica poi a mettere a posto le situazioni per via degli spazi chiusi e di una mancanza – di fondo – di qualità nei singoli, se si considera ‘l’assenza ingiustificata’ di Gervinho. Questo è un aspetto dal quale ne dipende un altro che poi determina i risultati: non sempre i suoi giocatori sono all’altezza di tutte le situazioni.
Occasione persa, resta l’amarezza
Nel Parma sconfitto a San Siro resta ancora viva la sensazione di aver sciupato un’opportunità per affermarsi definitivamente come squadra sorpresa del campionato
SENSAZIONE DOPPIA – A ventiquattro ore dalla sconfitta contro il Milan, in casa Parma resta viva una sensazione che con il passare del tempo ha il sapore amaro della beffa. Una sensazione che si fa doppia. Se da una parte rimane la consapevolezza di aver concesso poco o nulla ai rossoneri, respingendo gli attacchi della squadra di Gattuso e costruendo le più nitide palle gol del match quando lo stesso era ancora sullo 0-0, da un’altra è nitido il sospetto di aver sciupato forse la più grande occasione per affermarsi e consacrarsi come squadra sorpresa del campionato.
ERRORI – E pazienza se Roberto D’Aversa ha deciso di uscirsene in smoking da San Siro, con la faccia pulita di chi porge l’altra guancia e sorvola sulle polemiche degli episodi che hanno fatto pendere la bilancia dalla parte di un Milan veramente poca cosa, al netto degli infortunati. Perché la sua espressione era sì serafica, ma piena di rabbia, non tanto per le interpretazioni dubbie, quanto per gli errori che i suoi hanno commesso sia sotto porta (Barillà e Grassi su tutti ndc) sia nella gestione di certe situazioni.
INCAPACITA’ – Situazioni che poi hanno determinato il verificarsi di episodi capaci di affermare un’altra cosa: in venti minuti – tanti ne sono passati dal vantaggio del Milan su rigore – il Parma ha portato solamente una volta i suoi giocatori verso Donnarumma. E’ stato Grassi a spaventare il portiere rossonero con un inserimento che poteva essere sfruttato meglio. Situazione quasi isolata che però ha chiarito le intenzioni di un Parma che ha cercato di rimanere nella partita per tutta la sua durata. Seppur incerottato, era pur sempre il Milan… . Dalla quale però è venuta fuori un’altra considerazione. Più che considerazione è un dato di fatto, un problema – se volete – che il Parma si porta dietro dall’anno scorso. Squadra brava a gestire il vantaggio, ma incapace a rimontare: è successo in questo campionato solo una volta, contro il Genoa, per il resto (Spal, Juventus, Napoli, Lazio, Atalanta e Milan) una volta subito il gol, il Parma è crollato dimostrandosi incapace di riprendere la partita.
COLPE – Chiaramente sono sconfitte diverse tra di loro, ma tutte chiariscono un concetto: la squadra sa gestire il vantaggio (a parte ieri e con l’Udinese al debutto) senza saper ribaltare lo svantaggio. D’Aversa qui ha delle responsabilità? Sicuramente qualcuna. Poco propenso a sbilanciarsi e a tentare il tutto per tutto, fatica poi a mettere a posto le situazioni per via degli spazi chiusi e di una mancanza – di fondo – di qualità nei singoli, se si considera ‘l’assenza ingiustificata’ di Gervinho. Questo è un aspetto dal quale ne dipende un altro che poi determina i risultati: non sempre i suoi giocatori sono all’altezza di tutte le situazioni.
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