La Gazzetta dello Sport si sofferma sull’incrocio amarcord del centrale del Sassuolo che torna per la prima volta da avversario al Tardini
SETTIMANA PARTICOLARE. Sarà una partita speciale quella che si appresta a vivere domenica prossima allo stadio Tardini il difensore del Sassuolo, Gianmarco Ferrari, parmigiano doc, che tornerà per la prima volta da avversario nella città in cui è nato e cresciuto non solo calcisticamente. I primi passi alla Montebello poi la trafila nelle giovanili del Parma che lo lascia maturare tra Monticelli, Crociati Noceto, Fiorenzuola, Renate, Gubbio. Una lunga gavetta che conosce la sua svolta a Crotone, dove in tre anni ottiene promozione in serie A e successiva salvezza e si slega dalla casa madre complice il fallimento del club crociato. Il Sassuolo dimostra di credere fortemente in lui: prelevato dai calabresi, viene mandato in prestito alla Sampdoria e richiamato alla base.
SEMPRE IN CAMPO. Dopo aver sfiorato in estate l’approdo all’estero (Fenerbahce, Porto e alcune società della Liga avevano chiesto informazioni all’agente Giovanni Bia), il tecnico De Zerbi lo ha eletto punto fisso della retroguardia neroverde tanto da schierarlo per 90′ in tutte le partite giocate finora. Difesa a tre o quattro, poco importa: il ragazzo di Parma non ha ancora saltato neppure un minuto.
VIZIO DEL GOL. Il grande exploit è rappresentato dalle continue sortite offensive che nelle prime dodici giornate di campionato gli hanno fruttato tre gol contro Genoa, Empoli, Lazio, eguagliando il proprio record personale realizzato due stagioni fa a Crotone.
INTERESSE DELLE BIG. Logica conseguenza il monitoraggio costante delle big che ne stanno apprezzando stazza fisica e personalità. Ma il presente si chiama ancora Sassuolo. “Qualche squadra si era interessata a me -ha ripetuto Ferrari nelle scorse settimane- ma dopo aver conosciuto l’allenatore ho scelto di rimanere qui“. Non lontano dalla sua Parma.