L’ex tecnico di Fusignano sul collega appena dimessosi dalla Fiorentina: “È una persona onesta e un bravo allenatore”
Arrigo Sacchi e Cesare Prandelli, due uomini che nel destino hanno più aspetti in comune. La guida tecnica del Parma, con ottimi risultati, quella della Nazionale e poi quella ombra fatta di un misto di stress e chissà cos’altro che li ha spinti a dire stop con la panchina e il lavoro di allenatore.
Sacchi-Prandelli: quanti parallelismi
Attraverso le colone della Gazzetta dello Sport, Sacchi ha provato ad analizzare il momento che sta vivendo Prandelli: “A me accadde una cosa simili al Parma: giocammo a Verona, vincemmo 2-0, doppietta di Di Vaio e non provai nessuna emozione. Capii che ero arrivato al capolinea, non avevo più nulla da dare, Chiamai mia moglie Giovanna e le dissi le mie intenzioni. Dopo tanti anni, il mio corpo mi aveva lanciato un segnale. Non so cosa sia capitato a Prandelli, ma mi sento però di mandargli un forte abbraccio. È un uomo molto sensibile, sta vivendo un momento particolare e bisogna rispettare le sue scelte. Io sento di avere dato tutto me stesso, dunque ero a posto con la mia coscienza. Come lo sarà Prandelli, ne sono certo“.
Sacchi racconta il Prandelli allenatore
Il rapporto tra Sacchi e Prandelli è sempre stato molto stretto: “Estate del 2002. Avevo tre nomi sul taccuino: Delneri, Vialli e Prandelli. Gli telefonai e, molto onestamente, gli dissi che era il terzo nella graduatoria delle preferenze. Se gli altri non accettano e se tu aspetti, ti chiamo. Così accadde – ha aggiunto -. E lui fece giocare molto bene quel Parma: c’erano Mutu e Adriano. Dopo due campionati lasciò: il Parma era a pezzi dopo il crac Parmalat. Ci ritrovammo in Nazionale, lui commissario tecnico e io responsabile del settore giovanile. È una persona onesta e un bravo allenatore“.
