Il portiere del Parma ha perso il nonno: “E’ stata una situazione difficile da vivere da lontano. Avrei voluto dare una mano ma non si è potuto, avrei voluto vedere il nonno per dargli un ultimo saluto”
Simone Colombi ha la mente a Bergamo, Zandobbio, dove vive la sua famiglia. La zona è una delle più colpite dal coronavirus, a TMW in un’intervista esclusiva, il portiere si racconta tra lotta al contagio, isolamento e calcio. “Purtroppo a Bergamo c’è stata e c’è tutt’ora una situazione drammatica. Io sono nato a Seriate e vivo a Zandobbio, un altro paesino lì vicino, dove ci sono la mia famiglia, i miei genitori e i miei parenti. Purtroppo ho perso mio nonno per questo motivo. E’ stata una situazione difficile da vivere da lontano. Avrei voluto dare una mano ma non si è potuto, avrei voluto vedere il nonno per dargli un ultimo saluto ma non si è stato possibile“.
ISOLAMENTO – “Sono rimasto a Parma insieme a mia moglie e mia figlia. Fortunatamente stiamo bene. Siamo chiusi in casa da oltre tre settimane. Queste sono le misure date dal Governo e, secondo il mio parere, sono anche corrette. Continueremo così finché non avremo il via libera dal Governo“.
SPAL – “Falsare non credo. Sicuramente sarà un campionato particolare ma lo è già, per quello che sta succedendo e per la sosta forzata che abbiamo subito giustamente. E’ una situazione particolare. Giocare con i tifosi è una sensazione diversa. Queste sono decisioni che non spettano a noi calciatori. Noi ci siamo messi a disposizione, vedremo se ci sarà la possibilità o no di finire questo campionato”.
STIPENDI – “E’ una situazione che, sinceramente, può sì toccarci nel nostro piccolo ma in un momento come questo passa in secondo piano. La situazione generale che stanno vivendo l’Italia e gli italiani è molto difficile. In certe regioni e in certe province, come ho detto prima, la situazione è drammatica. La priorità va data a quello. Credo che servirà buon senso da parte di tutti e in tutti i settori ma ci sarà tempo e modo per parlarne”.