Clamorosa rivelazione dell’ex presidente crociato sulla trattativa sfumata nell’estate ’98. “Cecchi Gori ci disse: “Al Lattaio non lo darò mai””
Gabriel Omar Batistuta al Parma. Una suggestione di mercato che sarebbe potuta diventare realtà nell’estate del 1998 quando Re Leone aveva accettato il trasferimento in gialloblù prima del “no” categorico dell’allora presidente della Fiorentina, Vittorio Cecchi Gori che già aveva perso l’allenatore Malesani diretto in Emilia. Un clamoroso retroscena, mai scoperto fino ad ora, svelato ieri su Facebook dall’ex presidente Fulvio Ceresini che racconta i dettagli della trattativa sfumata in extremis. “Siamo nel 1998 e si decise di approcciare il procuratore di Batistuta, Settimio Aloisio, per provare a portare Batistuta a Parma. Operazione difficile e complessa, stiamo parlando di uno dei più forti e importanti giocatori mai visti in Italia che però in quel momento era sotto contratto e pertanto la notizia non sarebbe dovuta trapelare per nessuna ragione al mondo. E così è stato…almeno fino ad oggi“.
INCONTRI. “Dopo diversi incontri, il procuratore ci confermò una apertura all’operazione e a quel punto chiedemmo di incontrare il giocatore. Ci incontrammo un paio di volte, in una casa privata lontano da Parma, parlammo di programmi, di ingaggio, di premi, insomma di tutto. Gabriel persona squisita, alla fine accettò la nostra offerta e si disse disponibile a venire a giocare nel Parma. Era stata un trattativa lunga e complicata ed eravamo molto soddisfatti. Portare Batistuta a Parma era un grande colpo“.
IL RIFIUTO DI CECCHI GORI. “Ma avevamo fatto i conti senza l’oste. Cecchi Gori ci fece sapere: “Al Lattaio (Tanzi ndr) non lo darò mai”. Amen“.
DOPPIO RIMPIANTO VIOLA. “Batistuta accettò di venire ma Cecchi Gori si impuntò rifiutando di cedercelo e l’altro, Rui Costa, che invece l’anno seguente (in realtà era l’estate del 2001) ce lo avrebbe ceduto, rifiutò lui il trasferimento“. Per accettare la corte del Milan: due dei tanti rimpianti di mercato durante l’epoca dei Tanzi.
