La rosa rinforzata in termini numerici e di qualità e la mossa del doppio centravanti nel finale alla base del secondo successo di fila
Ricordate il Parma dello scorso anno? Quello con le seconde linee non all’altezza dei cosiddetti titolari e che spesso e volentieri si sedeva nella ripresa subendo le rimonte degli avversari? Le ultime due vittorie consecutive di fronte a Sassuolo e Torino rivelano una netta inversione di tendenza rispetto al passato.
PIU’ ALTERNATIVE. In primis, nella possibilità di pescare dal mazzo di una rosa più ampia e di maggior qualità. All’inizio della stagione D’Aversa aveva invocato due nomi in ogni ruolo e alla fine è stato accontentato quasi in toto. Un esempio su tutti, Cornelius, che per caratteristiche e spirito battagliero non si può definire solo l’alternativa di Inglese e, probabilmente, sarebbe titolare fisso in altre squadre medio-piccole in serie A.
LE FASCE. Laurini può benissimo coprire le spalle a Darmian e dall’altro lato Pezzella, da terzino di ruolo, è destinato a guadagnare posizioni nelle gerarchie e permettere così lo spostamento in pianta stabile di Gagliolo al centro.
VARIETA’ A CENTROCAMPO. In mezzo le assenze di Kucka e Grassi fino a pochi mesi fa avrebbero fatto disperare lo staff tecnico che, invece, è riuscito a trovare la formula giusta chiedendo gli straordinari a Barillà e Hernani e alternando il duo Brugman–Scozzarella, uno dei “fedelissimi” fin dalla Lega Pro, in cabina di regia. Tanto che non appena il centrocampista slovacco, e si spera anche Grassi, torneranno di nuovo al top della forma si aprirà il dibattito su chi dovrà accomodarsi in panchina.
LA MOSSA DI D’AVERSA. Ma nel 3-2 inflitto al Torino allo scadere c’è ben impressa la mano di D’Aversa che a meno di un quarto d’ora dalla fine ha rotto gli indugi inserendo Inglese. Non al posto del generoso Cornelius, come era logico attendersi, bensì di Hernani con il passaggio allo spregiudicato 4-2-4, in cui Gervinho e Kulusevski si sono invertiti di fascia sul loro piede forte per poter rifornire meglio il doppio centravanti. Una mossa coraggiosa per riaccendere l’ardore della squadra un po’ spento dopo l’avvio sprint al rientro dagli spogliatoi.
GOL DECISIVO. Proprio l’ivoriano a destra, azionato dalla sponda di Inglese, ha propiziato la zampata sottomisura dell’ex attaccante del Chievo, bravo e fortunato dal trarre il massimo profitto dal corpo a corpo tra Cornelius e Izzo. Figlio dell’intuizione del mister ducale, che ha azzeccato, per scelte e tempismo, tutti i cambi.
PIACEVOLE ABITUDINE. E’ già la seconda volta in pochi giorni che il Parma viene premiato in zona Cesarini e dimostra di crederci fino alla fine. Ma, a differenza della fortunata autorete di Bourabia, il gol partita contro i granata è arrivato al culmine di una manovra articolata e corale che ha coinvolto l’intero reparto offensivo. Di sicuro l’esultanza nei minuti finali sta diventando una piacevole abitudine, inedita per i tifosi crociati almeno nell’ultimo anno.
INVERSIONE. Che, anzi, se si escludono i successi su Inter, Genoa e Fiorentina e i pareggi in rimonta con Juve e Milan, avevano dovuto ingoiare più di un boccone amaro a ripresa inoltrata. In ordine cronologico, Udinese (da 2-0 a 2-2 all’esordio), Lazio in casa, Milan, Spal, Inter, Cagliari, Empoli, Atalanta, Chievo e Bologna erano state in grado di portare via dei punti preziosi nei secondi tempi. Anche da questi piccoli dettagli si nota l’evoluzione del processo di crescita e maturità intrapreso nella seconda stagione in serie A.
