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Tardini, il Parma propone una riqualificazione tramite demolizione e ricostruzione

Lo stadio rimane dove si trova adesso, sarà mantenuto anche il nome in abbinamento con un nome commerciale. Area commerciale: previsti una decina di negozi di vicinato

È arrivato alla conclusione il percorso partecipativo legato al progetto del nuovo stadio Tardini, un percorso fortemente voluto dall’Amministrazione come momento di dialogo, confronto e ascolto della cittadinanza in modo da accogliere istanze e richieste per migliorare il progetto stesso, ma anche per rappresentare le ragioni di alcune scelte. Un’occasione importante per definire le linee guida per un progetto che sia davvero condiviso. Dal percorso partecipativo sono emersi diversi punti chiave sui quali si è a lungo dibattuto. È stato ribadito in più sedi che lo stadio, anche a fronte di un intervento di ristrutturazione che prevede il miglioramento della struttura, resterà dove si trova ora. E non solo: il Parma Calcio intende mantenere il nome storico dello stadio (anche per qustioni di toponomastica), in onore del suo realizzatore Ennio Tardini, in abbinamento con un nome commerciale, attraverso la concessione di un “naming right” a una azienda partner. Il progetto è finanziato interamente in forma privata, sostenuto principalmente da capitale del promotore con il ricorso a finanziamento bancario per la parte restante. Non sono previste attività riconducenti al PNRR e/o in modo significativo riconducibili a bonus fiscali. Per l’area commerciale è stato considerato uno sviluppo di circa 3.000 metri quadrati, che corrispondono indicativamente a 14 “negozi di vicinato” (ognuno con un’ampiezza tra i 45 e i 250 mq) e un locale dedicato ai servizi, con un’area da 600 mq.  Sarà all’interno della stessa area il negozio e il Museo del Parma Calcio. È diventato centrale nel dibattito il tema dei grandi eventi che potranno svolgersi all’interno dello stadio. Si tratta per lo più di manifestazioni occasionali, come ad esempio concerti, per un numero medio previsto di 4 all’anno, autorizzate dalla pubblica autorità, caso per caso, con una capienza massima di circa 10.000 posti. Gli spazi interni saranno maggiormente utilizzati per eventi culturali o aziendali di taglia e impatto molto più ridotto ed eventualmente a beneficio della cittadinanza che vorrà richiederne l’utilizzo. All’interno del percorso partecipativo è diventato centrale il problema del traffico all’interno di una zona densamente abitata. Saranno eliminati i tornelli dal fronte strada, che vengono portati sulla facciata della tribuna, oltre alla conseguente eliminazione di aree esterne, pubbliche, temporaneamente annesse all’impianto sportivo durante le giornate di gara. Nello specifico, con il nuovo progetto non sarà più necessaria la chiusura di marciapiedi e porzioni di strade con “gabbie” e transenne, eliminando in questo modo un disagio concreto alla cittadinanza del quartiere Cittadella. La società propone l’attivazione di un sistema premiante dei tifosi (sconti al biglietto, abbonamento dedicato per chi utilizza questo sistema e/o altre forme premiali) per incentivare l’utilizzo di parcheggi scambiatori, navette dedicate e car valet.

Capitolo energetico: il nuovo stadio sarà dotato di un sistema di fotovoltaico in grado di garantire un adeguato autoconsumo ed è in fase di definizione un progetto di “Comunità Energetica” e “Autoconsumo Collettivo” che potrà coinvolgere tutto il quartiere di riferimento. Sempre nella “progettualità” del verde, potrà essere prevista una forte attività compensativa tramite l’adozione e il mantenimento di un aree di riforestazione cittadina. Il tema “ristrutturazione” rispetto alla “demolizione e ricostruzione” è stato valutato ampiamente. In un primo progetto, presentato nel settembre 2020, era prevista una demolizione parziale con ristrutturazione. Un’analisi successiva ha evidenziato alcuni punti fortemente critici per il riuso che si riportano di seguito in sintesi: La tribuna Est (tribuna tubulare più tribunetta in Cemento Armato degli anni ‘80 con relativa copertura COMET) non risulta, per sua natura di “affastellamento” architettonico, ristrutturabile con criteri di sicurezza e sostenibilità. Le Tribune (Nord, Sud e Ovest): hanno “gradoni” con profondità di circa 60 cm, tipici degli anni ‘90, che non prevedevano l’utilizzo di sedute con schienale. Attualmente sono stati installati sedute a norma, con schienale, che però riducono, al minimo, le capacità di attraversamento orizzontale e la conseguenziale sicurezza in fase di esodo e soprattutto hanno un bassissimo livello di confort (il nuovo progetto prevede l’adozione di gradoni da 75 e 85 cm di profondità). L’attuale configurazione architettonica, progettata per il massimo sfruttamento della capienza (originariamente 7.500 posti per curva, attuale 6.500) ha portato i corpi di fabbrica a occupare uno spazio importante dell’area cortilizia riducendo molto la distanza dai confini e lo spazio di stazionamento, transito ed esodo del pubblico alle spalle delle stesse. Una eventuale ristrutturazione “conservativa” renderebbe necessaria la costruzione di nuovi corpi di fabbrica aggiuntivi (incrementando la non omogeneità progettuale/funzionale dell’impianto, oltre che le cubature). Tutte queste considerazioni tecniche, progettuali, organizzative hanno portato alla scelta di una proposta progettuale di riqualificazione tramite demolizione e ricostruzione.

 

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