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Parma aspetta Buffon: così si chiude un cerchio

I ricordi in città, gli amici e i posti frequentati: così è diventato Buffon, ma per tanti rimane Gigi, sempre

I bene informati dicono che, al Bagno La Romanina a Ronchi di Marina di Massa, i parmigiani che vanno ancora lì a distanza di anni solo per Gigi Buffon abbiano festeggiato con dei brindisi che celebravano il ritorno del portiere a Parma. Storia di un weekend che sembrava uno dei tanti di giugno, addormentati all’ombra di qualche ombrellone e bagnati dall’acqua del mare. La domenica però è stata svegliata dalla notizia che ormai serpeggiava dalla sera prima: Gigi stava tornando a casa, anche se dall’entourage del calciatore filtrava prudenza. Questione di contratti e numeri, burocrazia, più che altro. La sorella Guendalina, l’unica Buffon ad aver vinto la Champions, seppure nel Volley, era ben occupata a spegnere il fuoco dell’entusiasmo, nonostante ancora qualcuno in città storca il naso per il passaggio alla Juventus, mai perdonato. E’ successo vent’anni fa, quando è passato il treno che ha cambiato la vita di Gigi e lo ha portato a Torino. Ma quel ragazzo era destinato a palcoscenici prestigiosi, indipendentemente dal bianconero.

E proprio a vent’anni dall’ultima partita, quella disputata in maglia Parma contro la Roma che vinse lo scudetto, ci sarà l’annuncio, previsto in grande stile per giovedì 17 giugno. Kyle Krause freme, vorrebbe dare lui l’ufficialità con il solito cinguettio che questa volta somiglia tanto a un ruggito. La voce grossa per aver intascato il sì di un signore del calcio come Buffon gonfia il petto dell’americano ed esce dai polpastrelli che da qui a breve twitteranno l’affare fatto. La conferenza stampa di presentazione è invece fissata per il 22 di giugno, probabilmente al Tardini, lo stadio che ne ha cullato i sogni da ragazzo, quando dal convitto Maria Luigia, nel cuore del centro di Parma, scavalcava dopo la chiusura serale del rettore per andare dal signor Gianni a farsi apparecchiare un paio di schiacciatine con il prosciutto crudo. Il signor Gianni è un’istituzione da queste parti, quasi come Buffon, che appena poteva bussava alla sua bottega piena di cimeli, uno dei tempi della parmigianità denso di magliette e testomonianze storiche: il signor Gianni a tutte le ore alzava la saracinesca per sfamare la sua sfacciataggine, durante le ‘uscite pericolose’ che potevano costargli una nota sul registro o un provvedimento disciplinare lì nel convitto.

Era un ragazzo splendido, giovane ed esuberante, gli piaceva mangiare il prosciutto crudo. Così è nata un’amicizia – racconta – non avrei mai pensato che diventasse quello che è diventato. Era un ragazzino pieno di amici, un bravo ragazzo. Amava le baguette e le ciabatte, dipende da quanto mangiavano dentro: se così e così gliene facevo anche due. Era pazzo del crudo. Ogni volta che torna a Parma mi chiama, adesso io non ho avuto il coraggio di alzare la cornetta: ma ho già la pelle d’oca”.

Intanto Parma aspetta. Con fermento, di riabbracciare il suo portiere. 

 

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