Giovani acerbi, calo di rendimento dei “vecchi” e mercato non all’altezza tra le ragioni del flop post Covid che può costare carissimo
Diciotto punti dilapidati da situazioni di vantaggio, tredici gol subìti di testa e undici da calcio piazzato. Sono alcuni dei numeri impietosi della crisi post Covid del Parma che si è sgonfiato senza più riuscire a risollevarsi. Sicuramente non ha aiutato la repentina “rivoluzione” estiva nella stagione sbagliata poi però sono subentrate altre ragioni analizzate nello specifico dalla Gazzetta di Parma. In ordine temporale, un mercato frettoloso e fallimentare infarcito di giovani acerbi che avrebbe avuto bisogno di un rodaggio più tranquillo.
CALO SENATORI. O, in alternativa, di un aiuto maggiore da parte dei “senatori” che, però, sono calati in maniera drastica e, per certi versi, sorprendente a livello di rendimento. Il non aver reperito sostituti all’altezza di Kulusevski, Darmian e anche Barillà e il numero sempre elevato di infortuni hanno poi completato il quadro e nemmeno il ritorno di D’Aversa è servito finora a risollevare le sorti di un campionato maledetto.