Giocatori positivi al Covid-19 per l’UEFA ma non per i laboratori italiani. Arriva la spiegazione dei responsabili di Futura Diagnostica
È davvero paradossale quanto sta accadendo alla Lazio. Il club capitolino ha dovuto partire alla volta della Russia per la trasferta di Champions League senza tra calciatori (Immobile, Leiva e Strakosha) per la positività al Covid-19 riscontrata dai tamponi effettuati dall’UEFA, mentre poco prima erano risultati negativi nei test fatti dai laboratori che collaborano col club. Martedì, la Procura della Figc ha aperto un’inchiesta per verificare se siano stati violati i protocolli, ma intanto il mistero resta.
Massimilano Taccone: “Solo un caso mediatico”
A provare a dare una spiegazione è Massimilano Taccone, presidente del CdA della Futura Diagnostica, che svolge i test: “A differenza della stragrande maggioranza dei laboratori noi analizziamo tre geni e non soltanto i due geni classici. Tra questi tre, c’è un gene della famiglia coronavirus che non è però specifico del Covid-19. Dunque, con i nostri laboratori, segnalammo il gene positivo, ma questo non è un gene che infetta — ha detto al sito Ilciriaco.it —. Non vogliamo entrare nel merito, abbiamo specificato la positività di questo gene e cosa comporta, poi se far giocare un calciatore o meno non dipende da noi ma dallo staff medico della società in questione. Di certo alla Lazio non sono sprovveduti, sanno quel che fanno. Tutto questo era già successo per un’altra partita di un paio di settimane fa, il laboratorio dell’UEFA rifece il tampone e anche lì confermarono il nostro risultato. Adesso credo sia successa la stessa cosa, semplicemente con un eco mediatico maggiore“.