La commissione della Figc si riunirà in mattinata per il protocollo relativo alla gestione di partite e trasferte ma non mancano gli ostacoli
La commissione medica della Figc, alla presenza del presidente Gravina, si riunirà in mattina via telefono per gettare le basi di un nuovo protocollo, quello relativo alla gestione delle trasferte e delle partite. Ma prima bisogna risolvere i problemi che frenano la ripresa degli allenamenti collettivi, accompagnati da una serie di nodi da sciogliere.
NODO QUARANTENA. Come riferisce il Corriere dello Sport, la salita più dura resta la gestione della quarantena che rischia di violare la legge statale. E’ stato, infatti, stabilito che “in caso di accertata positività, si dovrà provvedere all’immediato isolamento del soggetto interessato mentre tutti gli altri componenti del gruppo squadra saranno sottoposti ad isolamento fiduciario presso una struttura concordata, a tampone ogni 48 ore per due settimane, oltre ad esami sierologici da effettuarsi la prima volta all’accertata positività e da ripetersi dopo dieci giorni. Nessun componente del gruppo potrà avere contatti esterni, pur consentendo al gruppo isolato di proseguire gli allenamenti“. Il vero dilemma è che se la positività fosse accertata dal 31 maggio in poi, a meno di due settimane dalla ripresa del campionato, la squadra isolata non potrebbe presentarsi allo stadio per giocare la partita. A meno che nel frattempo non cambi la legge statale sulla quarantena.
NO RITIRI E TAMPONI CENTRALIZZATI. Restano sullo sfondo altre due ostacoli verso la ripartenza. Il “no” perentorio ai ritiri espresso da allenatori, calciatori e medici, la cui responsabilità è stata “ridimensionata” nell’ultimo certificato Inail (solo in caso di dolo o colpa grave”) e la necessità di individuare un’azienda o un laboratorio che sia un referente diretto per la Lega e la Figc nell’analisi dei tamponi a carico delle singole società. E senza intaccare i quantitativi destinati al resto della popolazione.