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Il doppio ex Gilardino: “Mi ispiro a Prandelli”

L’ex attaccante di Parma e Genoa, neo allenatore del Rezzato in serie D, non dimentica chi ha contribuito a farlo esplodere tra i “grandi”

Lunga intervista concessa al Secolo XIX dal neo tecnico del Rezzato, Alberto Gilardino, che vivrà da doppio ex la sfida di sabato pomeriggio al Tardini tra Parma e Genoa guidato ora dal suo mentore Prandelli. “Mi lanciò a Parma, mi ha avuto nei miei anni migliori e l’ho ripagato con tanti gol. Ci siamo fatti bene a vicenda. Sono felice che sia al Genoa, dove con Gasp ho vissuto la mia ultima grande annata. Serie D? Per fare questo mestiere devi essere pronto a tutto, questa esperienza è importantissima e mi rimarrà sempre dentro“.

PARMA E GENOA.In gialloblu ero giovane, furono tre anni importanti. Lì è nato il violino, ho capito che potevo farcela, andò via Adriano ed esplosi. Mi dicevo: “dimostra che non è casuale, batti il ferro finché è caldo e continua a segnare”. A Genova i primi sei mesi furono particolari: cambi di allenatore, la salvezza sofferta a porte chiuse. Poi, dopo l’anno a Bologna, il ritorno alla grande col Grifone, dove ho vissuto l’ultima annata “alla Gilardino“, prima con Liverani, poi con Gasperini: mai lavorato tanto come con lui, ma la domenica andavo a 2000 all’ora. I ricordi più belli? L’assist a Calaiò nel derby vinto 3-0, la doppietta con l’Udinese“.

NUOVA VITA. Dopo l’ultima stagione allo Spezia, ho fatto il corso a Coverciano in estate con Pirlo, Batistuta, Thiago Motta, Matuzalem… mi è piaciuto, mi sono buttato a capofitto. Provo la stessa emozione e adrenalina di quando giocavo. Vivo intensamente giorno per giorno, per preparare al top ogni allenamento. La cosa più importante è essere se stessi, trasmettere ai ragazzi il tuo atteggiamento, le tue idee. Siamo quarti e vogliamo restare in zona play-off.

I MODELLI.Ne dico quattro: Prandelli, per il modo di allenare, il saper essere pacato e incisivo. Gasperini, animale da campo: se ha giocatori adatti al suo calcio, dà un’impronta precisa e unica alle sue squadre. Ancelotti, un vincente, anche lui pacato ma determinato, personalità forte. Come Lippi, anche lui grande esperienza, carisma, un super vincente, con il top del Mondiale, emblema della mia carriera”.

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