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Daversismo fa rima con Cholismo

Viaggio della Gazzetta di Parma dentro i meandri tattici del condottiero crociato non sempre valorizzato dai numeri ma straordinariamente efficace

NUMERI INGANNEVOLI. Nel calcio i numeri possono voler dire tutto e niente. Prendete il Parma che si trova all’undicesimo posto in classifica con il 14esimo attacco, la 14esima difesa, la squadra più vecchia e dal baricentro più basso che tira in porta meno di tutti e commette anche pochi falli. Eppure da neopromosso ha raccolto solo un punto in meno di Empoli e Frosinone messe assieme.

COME IL CHOLISMO. Ricorda, per certi versi, l’Atletico Madrid del Cholo Simeone: il calcio di D’Aversa è, allo stesso modo, pragmatico, basato su organizzazione, intensità, fame agonistica e lo sfruttamento totale delle risorse a disposizione. E’ l’anti “tiki-taka” che ha permesso all’Atletico di vincere una Liga, tre edizioni dell’Europa League, sfiorare la Champions e imporsi spesso e volentieri sui “cugini” più blasonati del Real Madrid.

UMILTA’. A Parma, in più, c’è l’umiltà di chi arriva dal basso e vuole salire il più possibile, imparando dagli errori e alzando sempre di più l’asticella. Da una parte gli sforzi e le capacità di una dirigenza e di un allenatore entrambi esordienti nella massima serie, dall’altra l’orgoglio e la forza morale dei vari Iacoponi, Gagliolo, Barillà, Scozzarella e Siligardi che si sono conquistati la ribalta e vogliono dimostrare di meritarla.

POCHI FALLI E PASSAGGI. Il Parma si limita a fare una media di dodici falli a partita, una situazione apparentemente normale se stando corti e compatti all’indietro ci si aiuta a vicenda raddoppiando le marcature e chiudendo gli spazi senza la necessità di interrompere irregolarmente l’azione degli avversari. Il calcio del Parma è il più redditizio in contrapposizione a quello del Napoli che arriva quasi al doppio dei passaggi (603 contro 321). Basta tornare in possesso della palla e cercare subito la verticalizzazione su Inglese e la corsa di Gervinho.

BRAVURA NEL GIOCO AEREO. Le abilità dei centrali difensivi nel gioco aereo danno la possibilità di concedere qualcosa sulle corsie esterne e concentrarsi in mezzo all’area, dove difficilmente, tranne rare eccezioni (vedi il vantaggio della Roma firmato da Cristante), il Parma si trova impreparato.

MEGLIO FUORI. Le cifre raccontano perchè i crociati riescono a rendere al meglio sul piano tattico quando passano a condurre le danze e, soprattutto, in trasferta come rivelano i quattro successi esterni sui campi di Inter, Genoa, Torino e Fiorentina. In casa qualunque difesa, comprese Chievo, Frosinone e Bologna, le ultime tre della classe, può uscirne indenne, fuori chi prova a giocare viene puntualmente infilzato in ripartenza.

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